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Mi capisci quando parlo?


Certamente sarà capitato anche a voi, come è capitato di recente a me, di assistere alla scena in cui due o più persone discutono, di solito in maniera animata, magari esprimendo lo stesso concetto, ma non si capiscono. E questa scenetta va avanti per parecchi minuti, spesso ci si infervora, fino a quando qualcuno “cede” e la discussione si placa. Peccato però che nessuno dei partecipanti alla discussione abbia compreso quello che voleva dire l’altro e ognuno rimane nella propria posizione.

Assistendo a questo episodio, vi siete mai fermati a domandarvi per quale motivo ciò accede? In primo luogo, oggi non siamo più abituati ad ascoltare quello che hanno da dire le persone; quello che REALMENTE vogliono comunicarci. Siamo sempre più presi da quello che vogliamo comunicare noi e ci scordiamo di ascoltare in maniera attiva chi ci sta di fronte. Se lo facessimo, scopriremmo certamente differenti punti di vista. Riusciremmo ad allargare la nostra mappa, valutando meglio le diverse opinioni. In questo modo non solo riusciremmo a comprendere quello che il nostro interlocutore ci sta dicendo, ma potremmo anche decidere di cambiare idea!

In secondo luogo c’è proprio il concetto di comunicazione che spesso ci sfugge e al quale non sappiamo più dare una definizione.

La comunicazione in PNL si basa essenzialmente sul concetto che ogni persona ha un canale sensoriale preferenziale con il quale si esprime. Ma cosa sono questi canali sensoriali? Sono modi di diffondere un concetto utilizzando tutte e tre i livelli della comunicazione: VERBALE, PARAVERBALE e NON VERBALE.

  • Verbale: le parole che diciamo, i verbi, i predicati, ecc.

  • Paraverbale: il tono, il ritmo, il volume che utilizziamo e le pause che facciamo tra una parola e l’altra.

  • Non Verbale: i gesti che facciamo quando parliamo, le espressioni del viso, il movimento del corpo e la prossemica.

Secondo voi, che peso ha ognuno di questi tre livelli nella comunicazione? Vi stupirà sapere che il Verbale, cioè il contenuto di quello che diciamo, influisce solo per il 7%!! Mentre il Paraverbale per il 38% e il linguaggio Non Verbale il rimanente 55%.

Questi numeri a prima vista potrebbero non dire un granché. Ma esaminandoli più a fondo possiamo capire l’importanza del modo in cui ci poniamo “fisicamente” ai nostri interlocutori, che toni usiamo e in che modo gesticoliamo, affinché il messaggio che noi vogliamo trasmettere arrivi nella maniera corretta.

Inoltre bisogna tenere conto dei canali sensoriali cui si accennava poco fa. Principalmente esistono tre canali sensoriali di comunicazione: Visivo, Auditivo e Kinestesico (Comunicazione VAK).

Il canale Visivo è quello in cui una persona usa parole come “chiaro”, “vedere”, “osservare”, “scrutare”, ecc… ha un modo di parlare molto veloce, con volumi alti, in assenza di pause, ritmi serrate e toni acuti. Inoltre assume una postura eretta, gesti molto ampi, respirazione superficiale e veloce (o anche apnea) e guarda verso l’alto.

Chi usa il canale Uditivo, adotta parole come “ascoltare”, “sentire”, “mi suona bene/male”, “campanello d’allarme”, ecc… usa un volume medio, è mono tono o usa ritmi ripetitivi. La sua postura sarà inclinata lateralmente, come se volesse “porgere l’orecchio”, la gestualità è limitata e ad altezza del viso. La respirazione è regolare e continuerà a guardare di lato.

La persona che invece usa principalmente il canale Kinestesico userà parole del tipo “provare”, “pesante”, “pungente”, “toccare con mano”, ecc… parla molto lentamente facendo molte pause anche lunghe, usa un volume basso e i toni della voce sono caldi e profondi. La sua postura sarà prevalentemente rannicchiata, con le braccia conserte. La gestualità ridotta quasi a zero, la respirazione bassa e profonda e il suo sguardo viene rivolto verso il basso.

Ora, per quale motivo è importante capire quale canale sensoriale usa il nostro interlocutore? Principalmente per il fatto che chi comunica in maniera Visiva farà molta fatica a capire un Auditivoo un Kinestesico. Oppure un Kinestesico non riuscirà a capire un Visivo e così via.

Compreso questo banale, ma fondamentale concetto, ci basterà ascoltare molto bene in che modo si esprime l’amico che abbiamo di fronte e adeguarci al suo modo di comunicare. Inizialmente non sarà certo semplice, ma mano a mano che farete pratica, vi accorgerete che diventerà sempre più facile e così facendo, non solo avremo allargato la nostra mappa, imparando a comunicare meglio, ma finalmente i nostri concetti arriveranno in maniera incisiva alla persona o alle persone che ci stanno ascoltando, evitando scene come quella descritta all’inizio. Perché in questa società non vince chi urla più forte, ma chi ascolta e si fa capire.

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